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Vendere casa ai tempi del Covid

Pubblicato da Cosmopolitan San Benedetto su 16 Dicembre 2020
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VENDERE CASA AI TEMPI DEL COVID

Possibili scenari e possibili reazioni

Vendere casa ai tempi del Covid – 19, possibili scenari e possibili reazioni.

Più nolente che volente, il nostro mondo è cambiato. L’ordinario ha lasciato il posto allo stra-ordinario. La nostra quotidianità è stata sostituita da abitudini e routine estranee e, spesso, difficili da accettare e sostenere. Mentre la Terra ritorna a respirare, noi stiamo col fiato sospeso.

In questo clima di molteplici incertezze, forse anche tu ti stai chiedendo se è il caso di mettere in stand-by i tuoi progetti. O magari stai già immaginando come ripensarli alla luce della nuova realtà in cui ci troviamo.

Tra le altre cose, è possibile che tu ti stia domandando se ancora è una buona idea ” Vendere casa ai tempi del Covid-19″; o, qualora l’immobile fosse già sul mercato, se può essere producente continuare con la sua proposizione.

 

In questi giorni di “pausa forzata”, di dubbi e lunghe attese, di lockdown, distanziamenti sociali, smart working e didattica a distanza, di spesa online e consegne a domicilio, abbiamo provato a immaginare quale può essere il futuro del mercato immobiliare.

 

Proviamo a capire insieme quali possono essere i possibili scenari e quali le possibili reazioni.

 

Vendere o non vendere casa ai tempi del Covid-19?

Vediamo ora qualche dato

 Indubbiamente il 2020 è iniziato in modo ottimistico grazie soprattutto a diversi segnali incoraggianti, tra i principali una ripresa del prezzo degli immobili e il più facile accesso ai mutui. Dati nazionali alla mano, nel primo trimestre si è registrata una crescita del +1,9% rispetto al corrispondente periodo 2019 e oltre +1% complessivo sul trend degli ultimi otto anni.

Alla fine del 2019, l’Agenzia dell’Entrate ha confermato il perdurare da oltre quattro anni consecutivi della dinamica positiva delle compravendite evidenziando come nel 2019 ci sia stata una crescita del +4,3% rispetto al 2018 e, per dirla in numero, circa 603.000 unità immobiliari vendute.

A determinare un impatto positivo sul mercato immobiliare, oltre alla ripresa dei prezzi e delle compravendite, si è aggiunto il fattore relativo ai tassi d’interesse dei mutui divenuti molto più vantaggiosi rispetto agli anni precedenti. Lo confermano i dati di Banca d’Italia, che a fine 2019, registrano un incremento dell’erogazione di mutui pari al +9,3% rispetto a inizio anno.

Lo stesso trend è confermato anche per i primi due mesi del 2020, prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria. Infatti, malgrado l’anno si fosse aperto con un ulteriore miglioramento dei tassi sui mutui per privati, come si può intuire, a marzo si è registrato un rallentamento della richiesta di mutui e una preferenza della domanda verso il tasso fisso a causa sia del lockdown sia del clima di incertezza sull’economia futura.

Possibili scenari e possibili reazioni

A sentire gli esperti, credere che una volta superata l’emergenza tutto possa tornare alla cosiddetta normalità sembra quasi impossibile. Questo perché le decisioni che verranno prese in queste settimane sono destinate inevitabilmente a cambiare in maniera radicale tutti gli aspetti della nostra vita: le nostre abitudini, la nostra società, la nostra economia, la nostra cultura.

Comprensibilmente questi cambiamenti investiranno anche il mercato immobiliare. Si pensi a quanto, per esempio, è successo in un passato piuttosto recente con le crisi del 2008 e del 2011: dopo aver toccato i massimi storici, compravendite e prezzi immobiliari hanno avuto una violenta caduta. Tuttavia, sebbene il mercato non si fosse del tutto risollevato, lo scenario, almeno fino a qualche mese fa, era indubbiamente positivo.

Così come per il passato, ciò che si può affermare oggi è che la crisi in atto, porta con sé una componente di incertezza che riguarda sia la sua durata sia, di conseguenza, il suo impatto sul sociale.

Se gli esperti sono concordi nel ritenere che questa non è come le altre crisi economiche osservate fino a oggi, altrettanto non si può affermare per le ipotesi sui possibili scenari che ci attendono. Infatti, nel mare delle diverse congetture fatte dagli esperti del settore, le visioni (più o meno negative) che vengono esposte possono essere in antitesi tra loro: c’è chi parla di un calo dei prezzi a causa di una domanda inferiore dovuta a una generale disponibilità di soldi da investire sul mattone; alcuni ipotizzano un aumento delle tasse sulla casa;  inasprimento sui criteri di concessione del credito; chi, invece, non si aspetta impatti particolarmente negativi sul comparto residenziale, o chi immagina un interesse inferiore per le case oggetto di affitti brevi a vocazione turistica a fronte di un possibile rinnovato interesse per le abitazioni in locazione di lungo periodo e/o per le case di villeggiatura.

Sicuramente i mutamenti futuri e quelli già in essere si rifletteranno anche sulle differenti modalità di fruizione degli spazi privati e pubblici, familiari e professionali. Si sono registrate, infatti, alcune tendenze, in parte già preesistenti allo scoppio della pandemia, che hanno subito una certa accelerazione nella loro diffusione proprio alla luce di questa nuova realtà: tra queste, l’esigenza di spazi più ampi e salubri in cui vivere e lavorare, la ricerca di una maggiore sostenibilità energetica e ambientale, il bisogno di spazi privati aperti (balconi, terrazze, giardini) e, in generale, la rivalutazione di tutti quegli elementi logistico-ambientali che possano garantire uno stile di vita più sano e sicuro.

Sappiamo bene che, in un quadro ancora così mutevole e incerto sia a livello sociale sia per quanto riguarda l’aspetto economico, allo stato attuale l’unico modo per immaginare il futuro è quello di procedere per ipotesi.

Al momento gli scenari possibili sono più o meno negativi: si parla di una recessione che accompagnerà il mercato economico e, di conseguenza, quello immobiliare per alcuni anni. Bisogna sottolineare però che il settore immobiliare ha sempre dimostrato una certa capacità di resistenza al deterioramento dell’economia.

 

Come fare dunque? Riusciremo a riconquistare la fiducia nel futuro utile a farci compiere azioni come quelle di vendere o comprare casa?

 

Probabilmente non esiste una risposta univoca alle nostre domande. Ma una cosa è certa: non bisogna fermarsi.

 

Continuiamo a sognare, a progettare il nostro futuro, a cadere e a rialzarci, a raggiungere i nostri traguardi.

È questo che, nonostante tutto, ci fa sentire vivi e ci fa sperare nel domani.

 

Il nostro suggerimento, dunque, è proprio quello di non perdere la fiducia e di non mettere da parte i sogni. Non smettiamo di immaginare e reinventare i nostri progetti, poiché è proprio questa la chiave per una vera rinascita.

 

Ecco che la parola resilienza, nel suo significato di capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, ci sembra quella più adatta per cominciare questa nuova fase delle nostre vite.

 

Nella nostra carriera di mediatori immobiliari, abbiamo capito che la parte più importante del nostro lavoro è quella di accompagnare e guidare le persone nella loro scelta di vendere e/o acquistare casa. Il nostro compito sarà quello di trovare soluzioni alternative per raggiungere con successo l’obiettivo. 

 

Siamo pronti ad aiutarti a realizzare i tuoi sogni!

 

Vieni a trovarci presso i nostri uffici o chiamaci per una consulenza gratuita e senza impegno.

COSMOPOLITAN – Centro Servizi Immobiliari

Un abbraccio alla tua casa.

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